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SAN PIERO A GRADO

La Basilica di San Pietro Apostolo

Cenni storici ed esterno

Mirabile esempio di architettura ecclesiastica precedente alla cattedrale pisana, la suggestiva basilica sorse in prossimità di uno scomparso scalo fluviale, chiamato Grado, dell'antico Porto Pisano, dove secondo la tradizione sarebbe approdato san Pietro nell'anno 44.

Ripetuti scavi archeologici hanno riportato alla luce le fondazioni di un edificio paleocristiano costruito su resti civili romani, poi sostituito da una chiesa più ampia durante l'alto Medioevo (VIII-IX secolo). La costruzione attuale, iniziata nel X secolo e modificata tra la fine dell'XI e gli inizi del XII secolo, presenta una struttura basilicale a tre navate con l'insolita presenza di due corpi absidati, di cui quello occidentale costruito forse in seguito al crollo della facciata durante una piena dell'Arno, e la porta d'ingresso nel fianco nord.

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L'esterno, composto da un paramento in pietre di diversa provenienza, è scandito da lesene ed archetti pensili sopra i quali sono inseriti preziosi bacini ceramici (copie; gli originali sono al Museo nazionale di San Matteo) di produzione islamica, maiorchina e siciliana decorati con ricercati motivi geometrici e figurati (X-XII secolo).

Dell'imponente campanile del XII secolo, distrutto il 22 luglio 1944, dai soldati della Wehrmacht in ritirata, è stato ricostruito solo il basamento. All'interno della basilica sono state collocate le tre campane recuperate dalle macerie del campanile abbattuto; il campanile è ora in fase di ricostruzione.

La basilica è stata proclamata Monumento messaggero di pace dai club UNESCO, come ricorda un cippo di granito collocato in prossimità del sacro edificio. Dell'imponente campanile del XII secolo, distrutto il 22 luglio 1944, dai soldati della Wehrmacht in ritirata, è stato ricostruitro solo il basamento. All'interno della basilica sono state collocate le tre campane recuperate dalle macerie del campanile abbattuto.

La basilica è stata proclamata monumento messaggero di pace dai club UNESCO, come ricorda un cippo di granito collocato in prossimità del sacro edificio.

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L'interno

L'interno vasto e solenne, con copertura a capriate, è diviso in tre navate da colonne di spoglio con capitelli classici, confermando l'uso diffuso durante tutto il Medioevo di reimpiegare elementi classici di diversa provenienza nelle nuove costruzioni. Una colonna con capitello con sfingi bicorpi ha precise corrispondenze con uno ritrovato all'Auditorium di Mecenate a Roma.

Nella parte occidentale un ciborio gotico, degli inizi del XIV secolo, segna il luogo in cui San Pietro avrebbe predicato per la prima volta. Sono stati completamente distrutti i numerosi altari laterali seicenteschi, epoca cui risale il Crocifisso ligneo in origine disposto sull'altare maggiore.

Nella zona presbiteriale sono visibili gli scavi archeologici condotti a più riprese nel 1919-25 e nel 1955-58.

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Gli affreschi

Sulle pareti della navata centrale si svolge un vasto ciclo di affreschi, recentemente restaurato, eseguito dal lucchese Deodato Orlandi (attivo agli inizi del XIV secolo), su commissione dell'importante famiglia longobarda pisana dei Gaetani in occasione del Giubileo indetto nel 1300 dal papa Bonifacio VIII (Benedetto Caetani), famiglia proprietaria di vasti territori a Pisa tra San Piero ad gradum Arni e San Giovanni ad ripam Arni e intorno al castello di Terriccio nella maremma pisana.

Nella parte inferiore sono raffigurati i Ritratti dei Pontefici, da san Pietro apostolo a Giovanni XVII (1003): questa serie di ritratti oggi è una fonte iconografica ancora più preziosa dopo il disastroso incendio del 1823 che distrusse quasi completamente la basilica di San Paolo fuori le mura a Roma e a causa del quale fu gravemente danneggiata anche la celebre serie di ritratti dei pontefici.

Nella zona intermedia, in trenta riquadri, si sviluppano le Storie della vita di san Pietro, comprendenti anche alcuni Episodi della vita di san Paolo, Costantino e san Silvestro, esemplati su quelli dell'antica basilica vaticana e sugli affreschi di Cimabue ad Assisi.

Nella zona superiore sono raffigurate le Mura della città celeste, in alcuni tratti completamente rifatte in epoche successive: si tratta di una serie di finestre ad arco dipinte con attenzione a particolari architettonici tridimensionali dove si affacciano ritmicamente angeli e santi. Lungo le pareti e nelle absidi restano alcune testimonianze delle decorazioni pittoriche che in varie epoche hanno arricchito l'importante basilica, per secoli meta di intensi pellegrinaggi in onore del successore di Cristo in terra.

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